Piombo, tanto piombo. E un assalto tecnologico dei sommergibili nucleari dell'ex Armata Rossa. Niente paura: nessun tremore, nessun vento di guerra aggiuntivo per un’Europa già oberata dagli allarmi in NordAfrica. Al contrario: si tratta delle collaborazioni che l'Italia sta cercando di mettere a frutto per guadagnare un posto in prima fila dell'energia nucleare che verrà. Quella di quarta generazione, che punta proprio sui reattori veloci raffreddati al piombo, figli (o per meglio dire nipoti, molto ma molto più evoluti) delle soluzioni adottate nei sommergibili russi. Grande attività del nostro governo dei nostri scienziati, ma doverosamente in silenzio, lontano dai clamori mediatici, in nome della prudenza dovuta alla recentissima decisione del nostro governo di abbandonare momentaneamente, sull'onda del disastro di Fukushima, la sfida per tornare a costruire in Italia le centrali nucleari. Sulla ricerca via libera ad una prima alleanza con l’Ungheria, dove si costruirà un mini-reattore sperimentale di quarta generazione grazie ai brevetti italiani. Qui (clicca) la versione estesa dell'articolo pubblicato sul Sole 24 Ore. E qui (clicca) l'intervista a uno dei massimi esperti italiani sull'energia nucleare: Pietro Agostini, capo dei ricercatori del centro Enea di Brasimone.
In effetti non si era ancora sentito parlare di questa possibilità, del resto gli ultimi disastri avvenuti è meglio agire indisturbati sul piano della ricerca.