Un buon piatto energetico condito davvero male. Non fa onore ad un paese campione di cucina. Troppi ingredienti sbagliati, o male amalgamati, rischiano di rendere indigesta la pietanza
Quanti ostacoli nel percorso dalla cucina (la legge “sviluppo” che un anno e mezzo fa ha promesso una strada spianata alle nuove centrali atomiche italiane) alla tavolata che dovrebbe essere imbandita con i primi reattori di terza generazione. C’è perfino un ingrediente che proprio non doveva starci: l’ideologia. E mancano quelli indispensabili: la capacità del governo di mantenere le promesse sul percorso normativo “facilitatore”, minato dalle beghe politiche sulle poltrone di comando della nuova agenzia per la sicurezza, che doveva nascere un anno fa ma che ancora non è operativa. Come si fa a guidare una Ferrari (la Ferrari dell'energia) senza avere la patente? Maggioranza nuclearista un po’ incapace e opposizione che fa del no all’atomo un’arma preconcetta. E’ forse uno dei più bassi esempi della politica “made in Italy”.
Doveva, si auguravano le menti più illuminate, un percorso “bipartisan”. E’ una gara bipartisan a chi ne fa e ne dice di peggio. Ci si mettono anche molti sedicenti esperti.
Ecco, tra i massimi paladini dell’atomo, gli ingegneri reduci del nostro vecchio nucleare ora associati nel Cirn, il comitato italiano per il rilancio del nucleare, impegnato a lanciare anatemi (e invettive) contro chi non la pensa come loro. Sono ingegneri ben qualificati, sicuramente appassionati: la misura e lo spirito di collaborazione non è il loro forte. Rischiano di fare la figura degli Stranamore dell’atomo. Sono negazionisti sulle conseguenze del drammatico incidente di Chernobyl. Sono nemici giurati delle energie rinnovabili, quelle che nel futuro (forse) ci garantiranno un modo migliore. O, semplicemente, un mondo (guarda qui il sito del Cirn). Gli anti-atomo godono. I nuclearisti massimalisti a ben guardare lavorano “anti” e non “pro”: la gente, con loro, il nucleare non lo rivorrà mai.
Dubbi? Certamente legittimi. In un senso e nell’altro. I Verdi, a sostegno della loro campagna antiatomo allestiscono dossier un po’ raffazzonati a cui vale comunque la pena di dare una serena occhiata (http://www.verdi.it/balle-nucleari.html). Ma ce, tra di loro, ci ha drasticamente ripensato. Chicco Testa il voltagabbana, lo chiamano molti suoi ex compagni di avventura. Era verde allora. Sostiene di esserlo ancora oggi. Promosse il referendum “anti” di 23 anni fa e ora è acerrimo sostenitore dell’atomo proprio in chiave ecologista oltre che economico-finanziaria. I drastici cambi di fronte possono sconcertare, e indurre a qualche antipatia. Ma Chicco Testa ha buona capacità di analisi e divulgazione. Riesce a mettere a nudo non poche fesserie che circolano sulla materia. Vale la pena di dare un’occhiata a quel che pensa della realistica capacità di concorrenza tra le rinnovabili, i fossili, il nucleare (Clic qui per la Presentazione di Chicco Testa).
Sinistra e destra: atomo strumento tutto italiano di guerra ideologica (leggi l'editoriale pubblicato su Il Sole 24 Ore). Ma intanto il centro-destra è davvero pronto, pressapochismi a parte, a serrare le fila sull’atomo? Assaggiate, con inevitabile sconcerto, quel che vi propongono i governatori filo-Berlusconi. Roberto Formigoni (Lombardia) fa un pasticcio: l’atomo sarà anche bello ma alla Lombardia non serve, visto che energeticamente autosufficiente. Non è vero: nella Lombardia transita molta più elettricità di quella consumata ma solo perché è una direttrice di importazione dall’estero di energia distribuita in tutta Italia, e a ben guardare la regione ha addirittura una dipendenza record, tutt’oggi. Ed ecco il doppio pasticcio di Renata Polverini. Il Governatore del Lazio si dimena tra il paradosso e la contraddizione a raffica: la sua giunta ha votato una mozione che vorrebbe impedire la costruzione delle centrali nucleari proprio nel territorio che gli analisti giudicano il più votato d’Italia: la centrale policombustibile di Montalto di Castro è in cima alla lista – si dice – per ospitare i primi reattori Enel-Edf.
La Poverini apprezza. Sposa la mozione antiatomo “perché è coerente con il mio programma elettorale”. Sposa comunque, giura, la linea pro-atomo del governo della sua coalizione. E in tutto questo non ravvisa alcun contrasto, “perché comunque anche le sentenze della Corte costituzionale hanno sancito che queste delibere regionali non hanno valore”. I cultori dell’assurdo si possono mettere in coda per chiedere autografi, preziosi, da tramandare ai nipoti.
Se noi cittadini/elettori vogliamo dire la nostra sulle scelte nazionali di politica energetica (facciamo le centrali nucleari? Costruiamo i rigassificatori? Vogliamo le pale eoliche sulle nostre coste o in montagna?) dobbiamo essere informati sui costi, benefici (e rischi) di tali scelte. Ma quanto è difficile! Ma perché non facciamo anche noi come negli Stati Uniti dove l’EIA – http://www.eia.doe.gov/ – pubblica tutte le informazioni, con i dati e le proiezioni, le implicazioni ambientali e quant’altro. C’è anche una sezione didattica – http://www.eia.doe.gov/kids/ – che, a detta di accademici ed esperti, è la migliore in rete.
Sapevo che la Fondazione Willy Brandt stava realizzandone la versione in italiano ma .. non hanno trovato i fondi per metterla in rete!
tristemente condivisibile…..
Perchè non leggete un saggio di un nuclearista convinto, ex Ministro dell’Industria nel 1995-96, il Prof. Alberto Clò, che insegna Economia Industriale e Regolazione Public Utilities all’Università di Bologna e che afferma:
“l’opzione nucleare per il nostro paese non è, allo stato dell’arte,nè realistica, nè conveniente, nè prossima.