Il bello, si fa per dire, e che qualcuno nel Governo ci ha pensato seriamente: bloccare per un annetto tutte le tariffe in qualche modo amministrate (gas, luce, autostrade, treni e via dicendo). Per decreto. Nobile intento quello di decongestionare la pressione sugli italiani martoriati dalla crisi che incombe e dalle tasse che avanzano. Peccato che l'idea sia sciagurata e controproducente. Ci consola il fatto che, buon per noi, è fortunatamente inattuabile. Per una serie di motivi – questo l'evidente paradosso – che un Governo di professori dovrebbe correttamente riferire, in via preventiva, proprio all'accademia. Non solo quella delle liberalizzazioni e del mercato, che i professori dovrebbero conoscere bene, ma anche e soprattutto quella delle regole fondamentali dell'economia, che professori piazzati al Governo dovrebbero conoscere ancor meglio.
INATTUABILE. E’ evidente soprattutto nei settori dell'elettricità e del gas. Dove convivono due regimi che si intersecano, anche se piuttosto malamente. Un regime per così dire protetto, che prevede l'offerta di tariffe di base in qualche modo conveniente per i bassi consumi delle famiglie attraverso il cosiddetto servizio di maggior tutela che riproduce sostanzialmente le vecchie tariffe amministrate un sistema che convive, o meglio dovrebbe convivere con un mercato libero delle offerte degli ex monopolisti e dei competitori che offrono pacchetti variamente confezionati. Pacchetti che non sempre (lo ha denunciato l'autorità per l'energia proprio pochi giorni fa nella sua relazione annuale) si rivelano poi convenienti per i sottoscrittori. Del resto è difficile aggredire quelle fasce di consumatori caratterizzati da una spesa relativamente bassa, sottoposti ad un ombrello tariffario confezionato con una logica calmieratrice da un'autorità di settore. Ne pagano le spese, ma allo stesso tempo possono trovare (anche se con qualche rischio) buone alternative sul mercato libero, o le famiglie con consumi significativi o le imprese, tipicamente quelle di maggiori dimensioni, dotate degli strumenti di analisi e decisione. Da ciò si comprende molto bene che una misura che bloccasse le tariffe, evidentemente solo quelle in qualche modo amministrate dalle authority, avrebbe per principio un affetto distorsivo sui meccanismi del mercato e sulla concorrenza. Altrettanto intuibile come una misura di questo genere potrebbe essere immediatamente impugnata, con successo scontato, da qualunque protagonista del gioco.
CONTROPRODUCENTE. Ecco l'effetto più grottesco che potrebbe avere una misura di questo tipo. I meccanismi di adeguamento tariffario in mano all'Authority dell'energia si fondano su un fenomeno fondamentale: l’isteresi. I parametri di calcolo si “ caricano” e si accantonano nel corso dei mesi per produrre gli effetti nella fase successiva. In pratica: gli adeguamenti trimestrali delle tariffe di maggior tutela di luce gas risentano delle dinamiche dei costi di base (come quelli delle materie prime) prodotti nei due trimestri antecedenti l'adeguamento. Bene: proprio ora, dopo l'effetto volano dei trimestri scorsi che ha gonfiato le tariffe per il mercato protetto, stanno maturando le condizioni per qualche riallineamento finalmente al ribasso alla fine dell'estate. Ci si domanda, se questo è lo scenario, che senso abbia un'operazione di blocco. Se non quello, che realtà sta emergendo in tutta evidenza dai segnali che vengono dal governo, di un'operazione improntata alla più sconcertante demagogia.