Il nemico numero uno della concorrenza nei contratti di luce e gas? L’assalto dei venditori porta a porta dei contratti alternativi. Suonano, qualche volta si comportano correttamente ma spesso millantano, troppo spesso imbrogliano. In molti casi sono oltremodo insistenti, perfino aggressivi. A volte si qualificano correttamente. Altre volte (molte) no: espongono tesserino con un grande logo di una ditta più o meno rinomata, magari il nostro attuale fornitore, ma spesso si rifiutano di farcelo vedere per farsi identificare davvero con nome e cognome. Casi eclatanti, troppi, ce ne sono. E continuano a tormentare le famiglie, uccidono il mercato a colpi di scorrettezze inevitabili contenziosi, danneggiano gli stessi operatori. Coloro che millantano l’appartenenza o questo o quel gruppo troppe volte sono dealer scorretti, spesso non hanno nulla a che fare con l’operatore di cui esibiscono l’affiliazione. Succede anche che riescono a entrare in casa, si annotano gli estremi del contatore e della bolletta che noi incautamente esibiamo. Succede anche che decliniamo l’offerta. Ma loro, con tutti i dati a loro disposizione, si appioppano un cambio di contratto procurandosi la provvigione di qualche decina di euro. Se protestiamo bene e ci muoviamo con determinazione riusciamo poi, dopo mille tormenti, a fronteggiare la fregatura. Ma dobbiamo fare lo slalom tra Commissariato di Polizia, Antitrust, Authority dell’energia, associazioni dei consumatori, e magari un avvocato che intanto dobbiamo pagare.
L’Italia è piena di fenomeni di questo genere. Le authority promettono di intervenire e qualcosa fanno. Gli operatori promettono di collaborare per garantire correttezza e qualcosa fanno, anche perché queste pratiche alla fine danneggiano loro per primi. Ma il fenomeno esiste, sussiste, e nonostante le promesse di tutti per tamponarlo, cresce e prospera. Si fa abbastanza?
L’abbandono forzato dei contratti di maggior tutela, eredità delle vecchie bollette amministrate, viene ripetutamente spostato in avanti, anche per risolvere questo problema. Anche per tamponare l’effetto boomerang che queste pratiche troppo spesso fraudolente hanno sulla propensione (che diventa comprensibile riottosità) dei consumatori a cambiare contratto affidandosi al mercato libero. Un mercato “libero” che un domani non si sa quanto vicino (con l’ennesima proroga è tutto slittato di nuovo al 2019) ci obbligherà comunque a sceglierci un fornitore, o rimanendo con il vecchio operatore ma comunque con contratto diverso, o rivolgendoci ad un concorrente. Operazione comunque ardua, davvero poco favorita da quel che sta accadendo.
L’assalto del porta a porta a rischio fregatura colpisce praticamente tutti. Alzi la mano chi non ha almeno un caso del genere in famiglia. Accade naturalmente anche a chi ha qualche competenza professionale in più per capire se sta per essere colpito da una fregatura. Accade al giornalista specializzato. Che ha qualche arma ma anche qualche dovere in più. Quello di denunciare, di diffondere l’altolà. Di circostanziare bene le cose. Magari con uno schema di esposto alle autorità di Pubblica Sicurezza sull’assalto (l’ennesimo, ma questa volta davvero emblematico) appena subìto: tentativo improprio di accedere all’abitazione, tesserino non esibito correttamente, nominativo non comunicato, ripetute insistenze seguite da improperi rivolti al sottoscritto dinanzi a testimoni.
Ecco qui lo schema dell’esposto, dettagliato, presentato alla Polizia e alle Authority (clicca qui: sedicenteoperatoreenergia-espostops-schema), che può essere utile, adattandolo al proprio caso. Per fare un primo doveroso passo di resistenza attiva verso un mercato che ha davvero troppe falle.